IL PROGETTO
Ventisette: Dal carcere all'altare attraverso la vigna
Il progetto “Ventisette” - dal carcere all’altare attraverso la vigna - si ispira all’articolo 27 della Costituzione, che dà il nome al progetto e che prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Il progetto nasce a fianco e in sinergia con il progetto “Il senso del Pane”, nato nella Casa di Reclusione Milano-Opera, dove dal 2015 le persone detenute producono le ostie da donare alle chiese italiane e straniere.
In questo nuovo progetto, le persone detenute della Casa di reclusione di Alba producono invece il vino per le celebrazioni eucaristiche.
La vigna luogo di lavoro e dignità
A Castelletto, località che dà nome ad un rinomato Cru della DOCG Barolo nel comune di Monforte d’Alba, ha sede dal 2013 la Cantina Castello di Perno, un’azienda dall’impronta classica e insieme dalla visione contemporanea, che trova nell’eleganza l’apice espressivo dei suoi vini.
Il Castello di Perno è dal 2012 di proprietà del Professor Gregorio Gitti, ordinario di diritto civile dell’Università di Milano e avvocato, sempre nel capoluogo lombardo.
Il progetto della famiglia Gitti fin dall’inizio è stato duplice: recuperare il Castello di Perno alla sua storia, sia a quella più recente di casa per la cultura sia a quella più antica della coltivazione della vite e della vinificazione delle uve di proprietà, cercando di valorizzare al meglio l’incredibile territorio di Monforte d’Alba.
La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con la Casa di Reclusione di Alba, il Provveditorato del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, l’Ufficio Locale Esecuzione Esterna di Cuneo e la Cantina Castello di Perno, hanno condiviso un protocollo che vede il coinvolgimento di persone detenute nel lavoro di produzione e del vino.
Dalla cella ai filari
Il lavoro di produzione parte dalle attività agricole in vigna, che cambiano a seconda della stagione, ma continua anche nella delicata fase di vinificazione in cantina.
Arriva quindi fino all'etichettatura, dando vita al vino Ventisette, chiamato così proprio perché fa riferimento all'articolo 27 della Costituzione.
Questo vino è dunque segno di riscatto e di dignità delle persone detenute, frutto del loro faticoso lavoro.
Ventisette è il Vino per le celebrazioni eucaristiche e viene donato ai sacerdoti, italiani e stranieri, che operano in contesti di marginalità sociale, nelle “periferie esistenziali”, per testimoniare quanto sia importante per ogni essere umano, nonostante i suoi errori, la possibilità di rialzarsi e di essere accompagnato in un recupero esistenziale.
Ventisette è arrivato anche alla Città del Vaticano, come dono per Papa Francesco, consegnatogli in occasione dell’udienza dedicata dal Papa per i dieci anni dalla nascita della Fondazione, il 4 febbraio 2022.
IL PROGETTO
Ventisette: Dal carcere all'altare attraverso la vigna
Il progetto “Ventisette” - dal carcere all’altare attraverso la vigna - si ispira all’articolo 27 della Costituzione, che dà il nome al progetto e che prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Il progetto nasce a fianco e in sinergia con il progetto “Il senso del Pane”, nato nella Casa di Reclusione Milano-Opera, dove dal 2015 le persone detenute producono le ostie da donare alle chiese italiane e straniere.
In questo nuovo progetto, le persone detenute della Casa di reclusione di Alba producono invece il vino per le celebrazioni eucaristiche.
La vigna luogo di lavoro e dignità
A Castelletto, località che dà nome ad un rinomato Cru della DOCG Barolo nel comune di Monforte d’Alba, ha sede dal 2013 la Cantina Castello di Perno, un’azienda dall’impronta classica e insieme dalla visione contemporanea, che trova nell’eleganza l’apice espressivo dei suoi vini.
Il Castello di Perno è dal 2012 di proprietà del Professor Gregorio Gitti, ordinario di diritto civile dell’Università di Milano e avvocato, sempre nel capoluogo lombardo.
Il progetto della famiglia Gitti fin dall’inizio è stato duplice: recuperare il Castello di Perno alla sua storia, sia a quella più recente di casa per la cultura sia a quella più antica della coltivazione della vite e della vinificazione delle uve di proprietà, cercando di valorizzare al meglio l’incredibile territorio di Monforte d’Alba.
La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti in collaborazione con la Casa di Reclusione di Alba, il Provveditorato del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, l’Ufficio Locale Esecuzione Esterna di Cuneo e la Cantina Castello di Perno, hanno condiviso un protocollo che vede il coinvolgimento di persone detenute nel lavoro di produzione e del vino.
Dalla cella ai filari
Il lavoro di produzione parte dalle attività agricole in vigna, che cambiano a seconda della stagione, ma continua anche nella delicata fase di vinificazione in cantina.
Arriva quindi fino all'etichettatura, dando vita al vino Ventisette, chiamato così proprio perché fa riferimento all'articolo 27 della Costituzione.
Questo vino è dunque segno di riscatto e di dignità delle persone detenute, frutto del loro faticoso lavoro.
Ventisette è il Vino per le celebrazioni eucaristiche e viene donato ai sacerdoti, italiani e stranieri, che operano in contesti di marginalità sociale, nelle “periferie esistenziali”, per testimoniare quanto sia importante per ogni essere umano, nonostante i suoi errori, la possibilità di rialzarsi e di essere accompagnato in un recupero esistenziale.
Ventisette è arrivato anche alla Città del Vaticano, come dono per Papa Francesco, consegnatogli in occasione dell’udienza dedicata dal Papa per i dieci anni dalla nascita della Fondazione, il 4 febbraio 2022
Per sostenere il progetto "Ventisette" puoi donare tramite bonifico bancario, utilizzando i seguenti dati:
IBAN: IT81E0306234210000002137179
Codice SWIFT: MEDBITMM
Banca Mediolanum S.p.A.
Beneficiario: Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Alzaia Naviglio Grande 44, Milano
Causale: Progetto "Ventisette"
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